- Le città sono lo specchio del cambiamento del mondo. Per lo sviluppo di un territorio conta più l’indotto generato da una città che non un mero dato algebrico come il suo prodotto interno.
- Se la città è una complessa stratificazione di ruoli, funzioni, strutture, questa complessità non si può ridurre con un tratto di penna ma va ricomposta in un modello organizzativo nuovo, con la diretta partecipazione degli attori che animano i luoghi urbani.
- Occorre allora ripensare il modello urbano italiano: non è un esercizio di stile urbanistico, ma una riflessione che deve coinvolgere tutti coloro che la città la vivono e la animano. Occorre superare le barriere di una rigida divisione delle competenze per tornare a pensare in modo organico la città.
Post di: Alessio Conti
Una delle sfide delle grandi metropoli è quella di riuscire a ricucire il proprio tessuto urbano, non solo dal punto di vista urbanistico ma anche sociale.
Non sfugge infatti che, nella maggior parte dei Comuni medio piccoli italiani, nel periodo di boom economico degli anni ’70, l’urbanizzazione sia avvenuta lungo le principali vie di […]
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