“Che cos’è oggi la città per noi?” si domandava 40 anni fa Italo Calvino in Città Invisibili.

Next Polis si pone la stessa domanda nel 2013 cercando le risposte nel dibattito e nella riflessione dei suoi aderenti. Un gruppo di 30 trentenni, molti amministratori pubblici, molti professionisti, politici e imprenditori, accomunati dall’idea che parte dei mali del nostro paese derivano da una crisi del suo vivere sociale e quindi in ultima analisi una crisi delle città.

Next Polis è una comunità aperta, che vive sul web e cresce e si rafforza delle riflessioni di ciascuno. Queste riflessioni cerchiamo di “restituirle” al territorio, alle nostre città, nell’attività di ogni giorno, in ufficio così come in azienda o in Comune o in Parlamento.

L’identità che anima lo sviluppo non può che essere frutto e non solo sintesi a tavolino di un pensiero collettivo.

  • Le città sono lo specchio del cambiamento del mondo. Per lo sviluppo di un territorio conta più l’indotto generato da una città che non un mero dato algebrico come il suo prodotto interno.
  • Se la città è una complessa stratificazione di ruoli, funzioni, strutture, questa complessità non si può ridurre con un tratto di penna ma va ricomposta in un modello organizzativo nuovo, con la diretta partecipazione degli attori che animano i luoghi urbani.
  • Occorre allora ripensare il modello urbano italiano: non è un esercizio di stile urbanistico, ma una riflessione che deve coinvolgere tutti coloro che la città la vivono e la animano. Occorre superare le barriere di una rigida divisione delle competenze per tornare a pensare in modo organico la città.
 

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